La verità
Capo Verde, marzo 2007
Nella notte tra il quindici e il 16 Febbraio due turiste italiane sono state uccise a colpi di pietra su una spiaggia deserta dell’isola di Sal, a Capo Verde. Sapremo mai tutta la verità sulla morte delle due ragazze assassinate? Noi crediamo di no.
Il “delitto passionale”, termine con cui è stato, ben presto, classificato l’episodio fa comodo a molti, praticamente a tutti. Ogni altra verità potrebbe nuocere a qualcuno: al futuro e alla memoria, al ricordo delle ragazze o allo sviluppo turistico di Capo Verde. Meglio pertanto “accontentarsi” di quello che appare. Ci sono due giovani reo confessi, i cadaveri di due giovani ragazze, una superstite dopo una fuga (secondo noi troppo) rocambolesca. Tutto chiaro quindi, tutto risolto.
Ci permettiamo di andare alla ricerca di quelli che, secondo noi, sono i veri responsabili della vicenda e della sua macabra conclusione: tour operators, speculatori edilizi, turisti, governo e istituzioni di Capo Verde.
I tour operators, i costruttori e gli speculatori edilizi propagandano i Paesi del Terzo Mondo unicamente come Paradisi Tropicali dove tutto è facile, dove la vita è meravigliosa, dove il sole non manca mai e le spiagge sono interminabili distese di sabbia finissima. Omettono di dire che si tratta di Paesi poveri, spesso al limite dell’indigenza, e che, al di fuori dei villaggi e degli alberghi di lusso, esiste la miseria più assoluta. Omettono di dire ai compratori che la casa che compreranno ed abiteranno a Capo Verde ha rubato lo spazio ad una baracca o ad una capanna, ad una porcilaia o ad un pollaio, ad un campo da calcio o all’unico orto irrigabile.
I turisti, quelli che prediligono la formula “all inclusive”, programmano la loro vacanza solo immediatamente prima della partenza. Le ferie sono in bilico sino all’ultimo momento, il tempo manca sempre, ma la necessità è quella di partire comunque, di “fare” (non usano il termine “visitare” o quello “conoscere”) un altro Paese: anche quest’anno porteranno a casa qualche migliaio di foto o di filmini insulsi, per la disperazione di parenti e amici. Vanno in agenzia e chiedono: “dove ci mandi quest’anno?” e vengono imbarcati su un aereo per Capo Verde. Scoprono a mala pena che Capo Verde è in Africa, ma non vanno oltre. La storia, l’economia, la società e, soprattutto, la gente di quel Paese non interessa loro…
Quelli che investono e quelli che sognano un inverno al caldo a tutti i costi si fidano di agenzie immobiliari per lo più improvvisate, di altisonanti annunci sui giornali e in internet e comprano il loro angolo di paradiso senza mai essere stati a Capo Verde. Spesso, quando vengono a prendere possesso del loro acquisto e pretendono di abitarlo, scoprono che non c’è la luce, che manca l’acqua e che le fognature sono da completare. Risolvono il problema “all’occidentale”, rivolgendosi ad un avvocato che, scoprono poi, è lo stesso che cura gli interessi del venditore… Hanno poi, a volte, la sorpresa delle porcilaie (e del puzzo relativo), dei polli e delle capre che vivono liberi nel piazzale e nelle vie accanto. E protestano. Con la Polizia, con il venditore, coi giornali. Possibile che questo Paese sia così “incivile”, pensano, da privilegiare la carne fresca e ruspante a quella ipercontrollata e magari surgelata dei supermercati?!
Alle istituzioni e al Governo di Capo Verde interessa unicamente lo “sviluppo” del Paese, uno sviluppo a tutti i costi. Senza controllo. Non si preoccupano di far funzionare adeguatamente le leggi e le istituzioni giudiziarie che pure esistono. L’ attenzione ai fenomeni di prevenzione e controllo della droga è scarsa e la tolleranza è assoluta per gli stranieri.
Capo Verde è veramente un Paese che ha tutti i mezzi, Leggi ed Istituzioni, in grado di funzionare perfettamente. Basterebbe farli funzionare. La Polizia è efficiente e ha potere, ma lo usa solo con i poveri, con i piccoli delinquenti. Spesso si ferma, però, davanti al bianco, al ricco, al potente, in ossequio alla convinzione che non bisogna nuocere a chi è artefice dello “sviluppo del Paese”.
Per finire e ritornando alla premessa, osserviamo come i responsabili della morte delle ragazze siano molti. Nessuno degli attori che abbiamo nominato è un responsabile diretto, ma tutti, proprio tutti, hanno contribuito a creare un “contatto di civiltà” che, non adeguatamente preparato, è diventato un “contrasto” di civiltà.
Quando gente ricca arriva in un ambiente disastrato ed ostenta la sua ricchezza, ciò non può che suscitare “legittime” invidie. I soldi, la droga, le diverse disponibilità e gli stili di vita differenti non possono che costituire un detonatore per una miscela esplosiva.
Poi, possono pure incarcerare a vita due ragazzi, poco più che ventenni, rei confessi, che “hanno premuto il grilletto”….Ma chi ha costruito la pistola? Chi l’ha data loro?
Di Anna & Alberto, tratto dal sito www.cvfaidate.com