giovedì 31 gennaio 2008

Katxupa fete na manera de Maria do Monte

tempe de praparasãu 03:30 h

PALPORES: (pa 4 pesoa)
- ½ l de midje branku o marel kutxide;
- 200 g de bejom pedra transode ma faba ingleza y arvilha;
- 1 sabola kortode em padasinhe;
- 2 grãu d’adje;
- 4 fodja-de-lor ( pa dâ saibe);
- kar ( de porke o de baka → xuris, kostela de porke, pé de porke ma língua de baka);
- batata dose ma batata ingleza;
- mandioka;
- banana berde;
- sal, pimenta, sume de galinha, malageta, vinagre, klarau (pa dâ kor);

Intxê um panela grande (4 o 5 lite) d’água y pô-l na lume. Oke água kumesâ ta ferbê podê p’tâ midje, faba transode ma bejom pedra y arvilha, metade de sabola kortode em padós, dós grãu d’adje, fodja-de-lor ma pé de porke. Kuzinhonde, s’água sekâ na panela e so tornâ p’tâ mas.

Enkuante midje ma ligumes ta ta kuzinhâ, kortâ kar em padós ( kostela de porke, xurís y tude u-ke tem) y pô-l ta rafogâ num frinjidera largu y boxe, junte ma reste de sabola ke spejâ, um o dós grãu d’adje, alguns kedjerada de vinagre, sal, pimenta y um kezinha de klarau pa dâ kor. D’txâ kuzinhâ devagarinhe sem tapâ panela pa tude tempe k’e mistide.
Antes de midje ma bejom kabâ de kuzinhâ juntâ ma es mandioka kortode em padós, banana berde, batata, tude es tamé em padós ma kar rafogode ta kuzinhâ.
Oke katxupa prontâ sirbí-l kente na prote funde. Bom aptite!

Traduzide pa Hipólito Daniel Soares

Catchupa di Maria do Monte

Tempo di preparazione 3:30 h

Ingredienti:
½ litro di mais decorticato bianco e giallo
200 grammi di fagioli misti (borlotti, pietra, ervilha)
Una cipolla tagliata a pezzetti
2-3 spicchi d’aglio
4 foglie di alloro
Carne (maiale o vitello, salsiccia, costine, stinco, cotenna e lingua)
Patate e patate dolci
Manioca
Banane verdi
Sale, pepe, dado, peperoncino, aceto, paprica.


Preparazione
Riempire una grossa pentola con 5 o più litri d’acqua e portare ad ebollizione. Aggiungere il mais, i fagioli, metà cipolla tagliata a pezzetti, e due spicchi d’aglio, l’alloro e lo stinco. Lasciare cuocere aggiungendo altra acqua se necessario.
Nel frattempo tagliare a pezzi la carne e metterla a soffriggere in un tegame largo e basso con la cipolla restante, un po’ d’aglio, qualche cucchiaino d’aceto, sale, pepe ed una spruzzata di paprica per dare colore. Lasciare cuocere la carne lentamente, senza coperchio fino a completamento della cottura.
Quando il mais ed i fagioli sono quasi cotti, aggiungere la manioca, le banane verdi e le patate, tagliate a pezzi e la carne appena cotta.

Servire la catchupa calda in piatti fondi, accompagnata con Vinho Tinto di Fogo
Buon appetito!

domenica 20 gennaio 2008

Cabral ka mori

Cabral non è morto perché le idee per cui ha combattuto non muoiono mai. E le sue idee sono soprattutto le idee di libertà di un popolo oppresso da oltre cinque secoli di colonizzazione portoghese. Nel suo caso quello di Capo Verde, ma anche della Guinea Bissau, del Portogallo, da decenni sotto il gioco di una terribile dittatura, e del popolo africano e più in generale di ogni popolo che soffre per le ingiustizie e la limitazione delle libertà.

“La liberazione nazionale e la rivoluzione sociale non sono delle mercanzie d’esportazione; esse sono, ogni giorno di più, il prodotto di elaborazioni locali, nazionali, più o meno influenzate da fattori esterni favorevoli e sfavorevoli, ma essenzialmente determinati e condizionati dalla realtà storica di ogni popolo, e consolidati dalla vittoria o soluzione corretta delle contraddizioni interne fra le differenti categorie che caratterizzano questa realtà”
A. Cabral – “Guerriglia: il potere delle armi”

A partire dagli anni ’60 del XX° secolo, Cabral ha rappresentato la speranza di libertà per le colonie africane in lotta per la conquista dell’indipendenza dal dominio portoghese.
A 35 anni dalla tragica scomparsa rimane nel cuore dei capoverdiani come l’eroe che è riuscito a concretizzare il desiderio di sottrarsi alla dominazione straniera.
È unanimemente riconosciuto come il padre dell’indipendenza di Capo Verde e della Guinea Bissau ed è considerato una figura centrale della storia africana, insieme a Mandela, Kwame N’Krumah, Patrice Lumumba.

“Jurei a mim mesmo que dedicaria a minha vida, toda a minha energia, toda a minha coragem, toda a capacidade que posso ter como homem, até ao dia da minha morte, ao serviço do meu povo, da Guiné e de Cabo Verde. Servir a humanidade, dar a minha contribuição, na medida do possivel, para que a vida do homem venha a melhorar no mundo. Este é a tarefa que me impus.”

20 de Janeiro (1973 - 2008)


Amílcar Cabral nasce il 12 settembre del 1924 a Bafatá (Guinea-Bissau) da Juvenal António Lopes da Costa Cabral e Iva Pinhel Évora.
Dal 1937 al 1943 studia al Liceu Gil Eanes di São Vicente. A quell’epoca comincia a comporre poesie che firma con il nome di Larbac.
Dopo il liceo si trasferisce a Praia e alla fine del 1945, quando gli viene assegnata una borsa di studio, parte per Lisbona per seguire gli studi di agronomia.
Qui Amílcar partecipa attivamente all’attività politica dei comitati di studenti antifascisti.
Nel 1949 torna a Capo Verde e comincia a trasmettere le conoscenze acquisite nel corso di agronomia, utili agli agricoltori, in un programma a Rádio Clube.
Il crescente interesse manifestato per il programma radiofonico e per le sue conferenze spinge le autorità locali a proibire i suoi programmi.
Di ritorno a Lisbona Cabral approfondisce i rapporti con gli studenti delle altre colonie portoghesi (António Agostinho Neto, Mário de Andrade e Marcelino dos Santos), convinti della necessità della lotta contro il colonialismo. Luogo di incontro era la “Casa degli Studenti dell’Impero”.
Terminato il corso universitario nel 1950, e dopo il tirocinio nella Scuola di Agronomia di Santarém, ritorna in Guinea Bissau dove dà vita ad un Club Sportivo e Culturale per mascherare l’attività politica. Le autorità coloniali rafforzano tuttavia la vigilanza nei suoi confronti.
L’incarico di fare un censimento agricolo in Guinea, assegnatogli dal Governatore Diogo de Melo e Alvim, gli consentirà di conoscere da vicino la realtà agricola e di venire a conoscenza delle condizioni di sfruttamento in cui vivevano gli abitanti della colonia.
Un gruppo ristretto di amici, fra cui il fratello Luís Cabral, Aristides Pereira, Fernando Fortes e Abilio Duarte, si incontra in segreto per analizzare i problemi politici nazionali ed internazionali. Nonostante le attenzioni poste nel mantenere segreti questi incontri, cominciano a circolare voci sulle attività del gruppo e Amílcar Cabral viene allontanato ed inviato dal Governatore in Angola.
Nel settembre 1956 torna a Bissau dove, con Luís Cabral, Aristides Pereira, Fernando Fortes, Júlio de Almeida e Elisée Turpin, fonda il 19 settembre il Partito Africano dell’Indipendenza/Unione dei Popoli della Guinea e Capo Verde – PAI, dal 1962 PAIGC.
Amílcar Cabral era convinto che bisognava tenere uniti i due popoli poiché sapeva che la politica del Portogallo era quella di provocare un continuo contrasto fra le colonie per evitare una coalizione anticoloniale.
Nel frattempo continua a mantenere i contatti con i rappresentanti delle altre colonie per sviluppare strategie di lotta contro il colonialismo portoghese.
Il 3 agosto del 1959, mentre Cabral è diretto a Luanda, oltre 50 lavoratori portuali di Bissau (Pidjiguiti) vengono crudelmente uccisi dalle autorità coloniali nel corso di uno sciopero.
L’inutile massacro rafforza la coscienza nazionalista e porta Cabral ed i dirigenti del PAI alla determinazione che il colonialismo si deve combattere con la forza delle armi.
Cabral, in una conferenza stampa a Londra, denuncia il colonialismo portoghese. È la prima volta che un africano nativo di una colonia portoghese denuncia la situazione davanti al mondo, sottolineando con enfasi il fatto che la lotta delle colonie non è rivolta contro il popolo portoghese, anch’esso sottoposto ad una feroce dittatura, bensì contro il sistema coloniale.
Fra il 1960 ed il 1962, il PAIGC passa all’azione: nella Guinea-Conakry inizia la fase di formazione dei militanti allo scopo di divulgare le idee del Partito all’interno della Guinea Bissau e cercando l’appoggio dei paesi vicini e quello internazionale. Nell’Agosto del 1960 Cabral visita la Cina.
Intanto in Portogallo, alcuni studenti capoverdiani, abbandonano il paese e si dirigono in Francia per unirsi alle file del PAIGC. Tra questi c’è anche Pedro Pires, l’attuale Presidente della Repubblica.
Il 23 gennaio del 1963 il PAIGC realizza il primo attacco delle forze nazionaliste contro le truppe portoghesi in Guinea.
Amílcar Cabral nel 1966 viene invitato da Fidel Castro a visitare Cuba con cui stringe importanti rapporti di collaborazione.
Nel 1967, in Guinea-Bissau, iniziano le trasmissioni di Rádio Libertação, l’emittente del Partito.
Gli appoggi internazionali intanto aumentano: sostegni arrivano dal Presidente della Mauritania Maktar Ould Daddah, dal Presidente della Costa d’Avorio Felix Houphouet, da Julins Nyerere della Tanzania, dalla Libia, dalla Nigeria, dal premier svedese Olaf Palme.
In Italia alcuni sostenitori organizzano una Conferenza Internazionale di Solidarietà con i popoli delle colonie portoghesi. Alla conferenza seguirà l’udienza che papa Paolo VI concede, il primo luglio 1970, ai capi delegazione del MPLA, FRELIMO e PAIGC, fra cui lo stesso Cabral.
Cabral denuncia davanti al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, riunito ad Addis Abeba, la situazione di occupazione ed invita l’ONU ad inviare suoi rappresentanti a visitare le zone liberate.
Nonostante i continui bombardamenti da parte dell’aviazione portoghese, i rappresentanti dell’ONU visitano le zone liberate e constatano che sono ormai mature le condizioni per la nascita dello stato sovrano nella parte liberata della Guinea-Bissau.
Nell’estremo tentativo di opporsi, il governatore militare di Bissau prova a distruggere il PAIGC dall’interno, minando l’unità dei due popoli, cercando di infiltrare agenti nel partito per arrivare così ai militanti più suscettibili di essere corrotti.
Alle tre di notte del 20 gennaio del 1973, tornando a casa, in compagnia della moglie, Amílcar viene circondato da alcuni militanti del PAIGC armati di mitra.
Inocêncio Kany, il capo degli insorti, dà l’ordine di legarlo. Di fronte all’esitazione dei suoi compagni, esplode un colpo che raggiunge al fegato Amílcar che, sebbene gravemente ferito e a terra, continua a rivolgersi a lui per ricordargli quante volte gli aveva ripetuto che non si lega un uomo e che i problemi si risolvono dialogando. Temendo la capacità persuasiva di Amílcar, Kany spara una raffica che lo colpisce alla testa, uccidendolo istantaneamente.
L’assassinio di Cabral si è rivelato un atto del tutto inutile in quanto l’azione militare della guerriglia si intensificò fino a portare il PAIGC, il 24 settembre 1973, alla dichiarazione unilaterale dell’indipendenza della Guinea Bissau, nella foresta di Madina do Boé.

Fonti
Testo: A. Rui Machado
Foto: Bruna Polimeni

sabato 12 gennaio 2008

13 de Janeiro (1991 – 2008)

13 gennaio 1991: a Capo Verde si svolgono le prime elezioni libere, importante passo nella transizione verso la democrazia.
Insieme al 5 luglio 1975, giorno in cui è dichiarata l’indipendenza dal regime coloniale portoghese, il 13 gennaio 1991 rappresenta un'altra data storica per l’arcipelago.

martedì 1 gennaio 2008


A associação “Capo Verde e non solo” deseja um feliz 2008 a todos.

Kabe Verde!

Kabe Verde!
ottobre 2006 - zona Ribera Prata - São Nicolau
 
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