Amílcar Cabral nasce il 12 settembre del 1924 a Bafatá (Guinea-Bissau) da Juvenal António Lopes da Costa Cabral e Iva Pinhel Évora.
Dal 1937 al 1943 studia al Liceu Gil Eanes di São Vicente. A quell’epoca comincia a comporre poesie che firma con il nome di Larbac.
Dopo il liceo si trasferisce a Praia e alla fine del 1945, quando gli viene assegnata una borsa di studio, parte per Lisbona per seguire gli studi di agronomia.
Qui Amílcar partecipa attivamente all’attività politica dei comitati di studenti antifascisti.
Nel 1949 torna a Capo Verde e comincia a trasmettere le conoscenze acquisite nel corso di agronomia, utili agli agricoltori, in un programma a Rádio Clube.
Il crescente interesse manifestato per il programma radiofonico e per le sue conferenze spinge le autorità locali a proibire i suoi programmi.
Di ritorno a Lisbona Cabral approfondisce i rapporti con gli studenti delle altre colonie portoghesi (António Agostinho Neto, Mário de Andrade e Marcelino dos Santos), convinti della necessità della lotta contro il colonialismo. Luogo di incontro era la “Casa degli Studenti dell’Impero”.
Terminato il corso universitario nel 1950, e dopo il tirocinio nella Scuola di Agronomia di Santarém, ritorna in Guinea Bissau dove dà vita ad un Club Sportivo e Culturale per mascherare l’attività politica. Le autorità coloniali rafforzano tuttavia la vigilanza nei suoi confronti.
L’incarico di fare un censimento agricolo in Guinea, assegnatogli dal Governatore Diogo de Melo e Alvim, gli consentirà di conoscere da vicino la realtà agricola e di venire a conoscenza delle condizioni di sfruttamento in cui vivevano gli abitanti della colonia.
Un gruppo ristretto di amici, fra cui il fratello Luís Cabral, Aristides Pereira, Fernando Fortes e Abilio Duarte, si incontra in segreto per analizzare i problemi politici nazionali ed internazionali. Nonostante le attenzioni poste nel mantenere segreti questi incontri, cominciano a circolare voci sulle attività del gruppo e Amílcar Cabral viene allontanato ed inviato dal Governatore in Angola.
Nel settembre 1956 torna a Bissau dove, con Luís Cabral, Aristides Pereira, Fernando Fortes, Júlio de Almeida e Elisée Turpin, fonda il 19 settembre il Partito Africano dell’Indipendenza/Unione dei Popoli della Guinea e Capo Verde – PAI, dal 1962 PAIGC.
Amílcar Cabral era convinto che bisognava tenere uniti i due popoli poiché sapeva che la politica del Portogallo era quella di provocare un continuo contrasto fra le colonie per evitare una coalizione anticoloniale.
Nel frattempo continua a mantenere i contatti con i rappresentanti delle altre colonie per sviluppare strategie di lotta contro il colonialismo portoghese.
Il 3 agosto del 1959, mentre Cabral è diretto a Luanda, oltre 50 lavoratori portuali di Bissau (Pidjiguiti) vengono crudelmente uccisi dalle autorità coloniali nel corso di uno sciopero.
L’inutile massacro rafforza la coscienza nazionalista e porta Cabral ed i dirigenti del PAI alla determinazione che il colonialismo si deve combattere con la forza delle armi.
Cabral, in una conferenza stampa a Londra, denuncia il colonialismo portoghese. È la prima volta che un africano nativo di una colonia portoghese denuncia la situazione davanti al mondo, sottolineando con enfasi il fatto che la lotta delle colonie non è rivolta contro il popolo portoghese, anch’esso sottoposto ad una feroce dittatura, bensì contro il sistema coloniale.
Fra il 1960 ed il 1962, il PAIGC passa all’azione: nella Guinea-Conakry inizia la fase di formazione dei militanti allo scopo di divulgare le idee del Partito all’interno della Guinea Bissau e cercando l’appoggio dei paesi vicini e quello internazionale. Nell’Agosto del 1960 Cabral visita la Cina.
Intanto in Portogallo, alcuni studenti capoverdiani, abbandonano il paese e si dirigono in Francia per unirsi alle file del PAIGC. Tra questi c’è anche Pedro Pires, l’attuale Presidente della Repubblica.
Il 23 gennaio del 1963 il PAIGC realizza il primo attacco delle forze nazionaliste contro le truppe portoghesi in Guinea.
Amílcar Cabral nel 1966 viene invitato da Fidel Castro a visitare Cuba con cui stringe importanti rapporti di collaborazione.
Nel 1967, in Guinea-Bissau, iniziano le trasmissioni di Rádio Libertação, l’emittente del Partito.
Gli appoggi internazionali intanto aumentano: sostegni arrivano dal Presidente della Mauritania Maktar Ould Daddah, dal Presidente della Costa d’Avorio Felix Houphouet, da Julins Nyerere della Tanzania, dalla Libia, dalla Nigeria, dal premier svedese Olaf Palme.
In Italia alcuni sostenitori organizzano una Conferenza Internazionale di Solidarietà con i popoli delle colonie portoghesi. Alla conferenza seguirà l’udienza che papa Paolo VI concede, il primo luglio 1970, ai capi delegazione del MPLA, FRELIMO e PAIGC, fra cui lo stesso Cabral.
Cabral denuncia davanti al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, riunito ad Addis Abeba, la situazione di occupazione ed invita l’ONU ad inviare suoi rappresentanti a visitare le zone liberate.
Nonostante i continui bombardamenti da parte dell’aviazione portoghese, i rappresentanti dell’ONU visitano le zone liberate e constatano che sono ormai mature le condizioni per la nascita dello stato sovrano nella parte liberata della Guinea-Bissau.
Nell’estremo tentativo di opporsi, il governatore militare di Bissau prova a distruggere il PAIGC dall’interno, minando l’unità dei due popoli, cercando di infiltrare agenti nel partito per arrivare così ai militanti più suscettibili di essere corrotti.
Alle tre di notte del 20 gennaio del 1973, tornando a casa, in compagnia della moglie, Amílcar viene circondato da alcuni militanti del PAIGC armati di mitra.
Inocêncio Kany, il capo degli insorti, dà l’ordine di legarlo. Di fronte all’esitazione dei suoi compagni, esplode un colpo che raggiunge al fegato Amílcar che, sebbene gravemente ferito e a terra, continua a rivolgersi a lui per ricordargli quante volte gli aveva ripetuto che non si lega un uomo e che i problemi si risolvono dialogando. Temendo la capacità persuasiva di Amílcar, Kany spara una raffica che lo colpisce alla testa, uccidendolo istantaneamente.
L’assassinio di Cabral si è rivelato un atto del tutto inutile in quanto l’azione militare della guerriglia si intensificò fino a portare il PAIGC, il 24 settembre 1973, alla dichiarazione unilaterale dell’indipendenza della Guinea Bissau, nella foresta di Madina do Boé.
Fonti
Testo: A. Rui Machado
Foto: Bruna Polimeni